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Iniezione faccettale
Iniezione faccettale

Iniezione faccettale

Iniezione faccettale 1 - Prof. Salvatore Masala

La degenerazione faccettale, comunemente riscontrata nell’anziano, potrebbe essere sia causa primaria di deterioramento del segmento motorio, che secondaria, in corso di progressiva degenerazione discale od in seguito ad altri processi patologici.

Le faccette vertebrali contraggono rapporti con i medesimi elementi dei livelli sovra e sottostanti costituendo articolazioni sinoviali che permettono al rachide di eseguire movimenti di flessione, estensione e rotazione.

Molteplici sono le condizioni in grado di generare una sintomatologia faccettale, e tra queste l’osteoartrite è quella di più frequente riscontro. Questa condizione determina la riduzione o la scomparsa della cartilagine articolare, l’erosione del margine osseo adiacente, la crescita ossea abnorme delle faccette e dei processi articolari ed infine l’instabilità articolare che può portare a sublussazione vertebrale.

Le terminazioni nervose sensitive delle faccette articolari e dei tessuti circostanti vanno incontro ad irritazione determinando la sensazione di dolore spinale.

La selezione dei pazienti passibili di trattamento interventistico si avvale sia di dati di tipo clinico-anamnestico che derivati dall’utilizzo della Diagnostica per Immagini.

Iniezione faccettale 2 - Prof. Salvatore Masala

Nello studio radiologico di tale patologia si utilizzano l’esame radiografico convenzionale e la Tomografia Computerizzata per evidenziare i rapporti articolari, gli accrescimenti anomali della componente ossea articolare e la riduzione degli spazi articolari, indice indiretto di rimaneggiamento cartilagineo; ma ci si serve in particolar modo della Risonanza Magnetica, in particolare nelle sequenze T2-pesate fast spin echo con soppressione del grasso e T1-pesate fast spin echo con soppressione del grasso e somministrazione di mezzo di contrasto paramagnetico, per identificare il processo infiammatorio attivo all’interno o circostante alla articolazione faccettale.

Le controindicazioni all’esecuzione di tale intervento mininvasivo sono costituite da disordini della coagulazione, gravidanza, infezioni locali alivello del presunto sito di ingresso (osteomielite e spondilodiscite), dalla impossibilità di accedere all’interno dell’articolazione, per estese e solide fusioni laterali e postero-laterali, e da complicanze neurologiche.

La procedura di Infiltrazione faccettale è eseguita in anestesia locale sotto guida fluoroscopica o TC.

Attraverso un approccio percutaneo, viene inserito un ago spinale da 22-25 gauge sino all’interno della capsula articolare. Dopo aver verificato l’esatto posizionamento dell’ago viene iniettata intrarticolarmente una miscela di anestetico e cortisonico in grado di ottenere l’effetto terapeutico.

Nei trenta minuti successivi alla procedura, il paziente viene sempre mantenuto disteso ed in osservazione, trascorsi i quali in assenza di complicazioni viene dimesso.

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